domenica 30 novembre 2008

CERCHI NEL GRANO


I "cerchi nel grano" ("Crop Circles") sono di forma rotonda o ellittica, con un diametro che varia dai 45 centimetri ai 200 metri, con una dimensione media di 50 metri; sono di una precisione assoluta, con una straordinaria fantasia di varianti nel disegno.

Molto particolare è anche il modo in cui i cerchi vengono tracciati: le piante di grano vengono piegate delicatamente, tutte nella stessa direzione e mai spezzate. Continuano infatti a crescere tranquillamente, raggiungendo così sdraiate, la piena maturazione. Scienziati statunitensi hanno scoperto nelle piante prelevate dai cerchi notevoli alterazioni fisiche e genetiche, spiegabili solo con l'irradiazione di microonde a noi sconosciute.

PS:secondo me è ingenuità allo stato puro


PILLOLA ROSSA O PILLOLA BLU?


È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio.Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.
Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci...

sabato 29 novembre 2008

IL PICCOLO PRINCIPE E LA VOLPE

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono così triste..."
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire ?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire ?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche
delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?"
"È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila
ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che
una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno
dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".
"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'è un fiore... credo che mi abbia
addomesticato..."
"È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
No".
"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte
le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu
mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso
da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla
tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non
mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo
è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel
grano..."
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.
"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli
amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non
hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome
non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico
addomesticami!"
"Che cosa bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un pò lontano da
me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono
una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un pò più vicino..."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere
felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò
ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando,
io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".
"Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno
diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei
cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi è un giorno
meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i
giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto
che ti addomesticassi..."
"È vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"È certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio,
ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi
ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe.
Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me
unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un
qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante
di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di
vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i
due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche
volta tacere. Perché è la mia rosa".
E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col
cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe, per ricordarselo.
"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi
responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua
rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

martedì 25 novembre 2008

I 10 REQUISITI PER SOPRAVVIVERE A MORRA

  1. connessione adsl flat

  2. abbonamento a Sky pacchetto completo

  3. buona conoscenza del campionato serie a italiano e inglese e serie b olandese

  4. transaminasi comprese tra 10 e 45

  5. auto con consumi ciclo urbano inferiori a 5 (l/100 km)

  6. telefono cellulare ultimo modello con buona ricezione gsm

  7. predisposizione alla meditazione in solitudine

  8. misoginia forzata

  9. conoscenza del gossip locale

  10. attitudine alla recitazione

sabato 15 novembre 2008

l'avventura agreste di Zì Zuchillo

Zì Zuchillo amava fornicare...era la sua passione...ma l'ultimo periodo della sua vita era stato contrassegnato da una congiuntura astrale sfavorevole e Zio Zuchillo non fornicava più da qualche tempo.
Le ingiurie nei confronti di Paolo Fox si sprecavano!
Un giorno però accadde che Zio Zuchillo incontrò quasi per caso Zì' s'ndenza che gli disse
:<uagliò oggi è lu juornu tuio...so sicuro ca qualcosa di buono ti accadrà...secondo me oggi t truovi a na femm'na bona>
Zì Zuchillo appena udite le parole comincio a ravanare frettolosamente tra i gioielli di famiglia....
ma non ci fu niente da fare...la stessa sera andò nuovamente in bianco contro ogni congettura di Paolo Fox che aveva preisto una gran serata...e allora giù bestiemmie!
Qualche settimana dopo però la sorte si dimostrò benevola con Zì Zuchillo...ecco cosa accadde:

Era una serata danzante e come in ogni serata del genere Zì Zuchillo amava ballare con le ragazze del paese di Diuqura...e mentre ballava amava allungare le mani sul sedere di tali fanciulle per poi scusarsi subito dopo fingendosi costernato!
Beh una di quelle ragazze dalla tempra agreste, che ne la sapeva lunga sulle abitudini di Zì Zuchillo, appena fu toccata dalla mano possente di Zì Zuchillo gli disse senza prafrasare
:<Zì Zuchì andiamo via io a te t saccio viecchiu>
I due se andarono sgattaiolando senza farsi vedere da nessuno.......CONTINUA